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martedì 23 dicembre 2014

Pensieri Vari Su Schopenhauer E Kierkegaard

Questi due filosofi hanno influenzato fortemente il pensiero durante gli anni del '900, e ancora oggi qualcuno li considera delle pietre miliari anche della filosofia del nostro secolo.

La Filosofia Pessimista

Il nostro libro di filosofia.

Sicuramente una loro nota caratteristica è quella del pessimismo. Ed è una cosa insolita se pensiamo che il clima in cui si viveva nella loro epoca era quello positivo, dove le scoperte tecnologiche aumentavano continuamente la voglia di scoprire e di superarsi. Purtroppo non per tutti era così. La loro filosofia, impregnata di molti elementi negativa risulta così, a nostro parere, abbastanza interessante noiosa. Insomma, perché l'uomo deve continuare ad esistere con questo mal di vivere continuo? Non può per una volta essere felice? In questo, i due filosofi erano abbastanza catastrofici. Non lasciano scampo a nessuno, anche se però trovano piccole alternative e vie di fuga momentanee. Almeno quelle ci volevano.

Schopenhauer

Questo è il primo filosofo che vogliamo analizzare. Come abbiamo appena detto era pessimista, ma credeva fortemente in una volontà che guida gli uomini tra noia e dolore. Parla di questa volontà come una sorta di potenza soprannaturale, spesso celata dietro il velo di Maya. A nostro parere però, questa a lunga andare si trasforma in una sorta di visione panteistica di una realtà distorta. Schopenhauer è stato sempre considerato il primo ad opporsi alla filosofia di Hegel, ma sicuramente ci sono molti punti in comune. Uno di questi è la somiglianza tra lo spirito e la volontà. In alcune parti del suo pensiero la volontà sembra infatti assumere le caratteristiche dello spirito. E allora Marx e Feuerbach, che non avevano tutti i torti a parlare di un'antropologia capovolta, potrebbero far valere questo discorso anche per Schopenhauer e la sua volontà.

Kierkegaard

Purtroppo questo filosofo ha ceduto ed è incorso nelle storie popolari della religione (nel suo caso protestante). Abbiamo notata in lui una particolare intelligenza nel proporre le sue tesi e nell'esporre le sue idee, ma certamente il suo limite si è fermato alla credenza. Avremmo potuto essere d'accordo su quasi tutto il suo ragionamento, finché non ha introdotto la fede come pensiero dominante. Purtroppo questo lo svaluta tantissimo, anche quando parla di un rapporto diretto con Dio. Se non fosse stato così incosciente da credere nella religione sarebbe stato sicuramente un ottimo filosofo. Pessimista, ma filosofo.

Questa è solo una breve riflessione su due filosofi del '900 che non amiamo particolarmente e con cui siamo particolarmente in disaccordo. Il pessimismo, alla fine, non ci piace più di tanto. Ma il panteismo è proprio una cosa che non sopportiamo.

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